
Come esporre i cartelli per la Videosorveglianza in modo corretto
Quando si sceglie di installare un sistema di sicurezza è necessario approfondire il tema della corretta esposizione dei cartelli di videosorveglianza, argomento ancora molto controverso e discusso sia in ambito pubblico che privato.
Infatti, vigilando un luogo o un bene, è necessario tener conto della normativa per essere in linea con gli adempimenti del GDPR, poiché la raccolta, la registrazione, la conservazione e, in generale, l’utilizzo delle immagini rappresentano un trattamento di dati personali, anche se non accompagnate da alcuna didascalia o descrizione scritta o sonora.
I cartelli vanno esposti anche in occasione di eventi e spettacoli pubblici (ad esempio, concerti, manifestazioni sportive), a prescindere dal fatto che chi tratta i dati sia un soggetto pubblico o un soggetto privato.
Per questo motivo fondamentale è esporre cartelli di videosorveglianza sia per telecamere a circuito chiuso (CC/TV) sia per quelle che non effettuano la registrazione e, se vengono effettuate riprese notturne, la segnaletica deve essere ben visibile anche di notte.
I cartelli devono essere posizionati prima dell’area di azione delle telecamere e non essere nascosti; sono accettati anche quelli non acquistati nei negozi, purché contengano i seguenti dati:
- Il nome del titolare o il suo rappresentante;
- Le finalità della sorveglianza;
- Informativa dei diritti dell’interessato;
- Modalità del trattamento delle immagini (da specificare anche se vengono trasmesse a terzi).
Anche se si tratta della propria abitazione, è obbligatorio esporre il cartello di videosorveglianza rispettando i seguenti punti del provvedimento del Garante per la Protezione dei Dati Personali:
- Conservare le registrazione per un tempo limitato (24 ore o, in casi particolari, fino a 7 giorni);
- Obbligo di non riprendere zone esterne al privato (parcheggi, strade, cortile etc.);
- Proteggere i dati raccolti, con la possibilità di accedervi solo da titolari, responsabili o incaricati del trattamento dei dati.
La normativa in materia di protezione dati non si applica al trattamento di dati che non consentono di identificare le persone, direttamente o indirettamente, come nel caso delle riprese ad alta quota (effettuate, ad esempio, mediante l’uso di droni).
Non viene applicata nemmeno nel caso di telecamere false o spente né nei casi di videocamere integrate in un’automobile per l’assistenza al parcheggio.
Alla luce di quanto visto finora, occorre fare molta attenzione ai vecchi cartelli informativi per i sistemi di videosorveglianza e seguire alla lettera i nuovi adempimenti del Garante della Privacy per evitare sanzioni amministrative che vanno dai 6.000€ ai 36.000€.
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